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Intervista a Francesco Di Pietro, export manager di Hydro Fert

Sono tempi di grandi sfide per le imprese. Non solo rischi e incertezze ma anche opportunità per chi sa ripensare le proprie strategie e guardare avanti con ottimismo.

Francesco Di Pietro, Export Manager di Hydro Fert dal 2013, ci racconta di come l’azienda ha reagito ai cambiamenti e quali sono i suoi piani per il futuro.

Come è cambiato lo scenario internazionale con la pandemia?

Nel 2020, quando è scoppiata la pandemia, abbiamo vissuto un momento di stallo dovuto all’incertezza dei mercati. Dopo quel periodo, siamo riusciti ad adattarci al nuovo scenario e a ripartire.

La reazione del mercato è stata eterogenea. Alcuni Paesi hanno risentito maggiormente del Covid mentre altri hanno reagito meglio. Hydro Fert è riuscita a compensare le perdite dei primi con i buoni risultati degli altri, acquisendo anche nuovi mercati.

E con la Brexit?

La Brexit non ci ha toccati direttamente, perché al momento non siamo presenti in quel mercato. Di riflesso, le nuove alleanze internazionali del Regno Unito potrebbero modificare in qualche modo gli equilibri a livello globale. Per ora, stiamo a guardare.

Come è cambiata la vostra strategia di internazionalizzazione?

L’impossibilità di viaggiare ha sicuramente penalizzato il nostro piano di sviluppo internazionale. D’altronde le fiere, i meeting e le visite tecniche sono un potente strumento di promozione e vendita.

Ci siamo concentrati, perciò, sul web, sviluppando campagne online più mirate, potenziando gli strumenti digitali (sito e canali social) e partecipando costantemente a eventi online di carattere istituzionale e professionale (ICE, Confindustria, ecc.).

Abbiamo inoltre, dedicato più attenzione alle esigenze dei mercati già attivi per consolidare la nostra presenza e, parallelamente, abbiamo rafforzato le attività del reparto R&D per potenziare la nostra offerta commerciale dal punto di vista qualitativo e innovativo.

Il Made in Italy è un valore nel settore dei fertilizzanti?

Anche nel settore dei fertilizzanti, il Made in Italy rimane un fortissimo fattore di attrazione. Tutto questo si traduce in un vantaggio ma anche in una responsabilità, perché i nostri prodotti sono chiamati a soddisfare costantemente le aspettative di qualità dei mercati.

Quali sono le zone dove attualmente esportate di più?

I mercati di maggiore penetrazione appartengono a 3 macro-aree: sud-est europeo, area MENA (Medio Oriente e Nord Africa) ed estremo Oriente.

Quali sono i mercati e i prodotti più promettenti per il futuro?

Oltre al consolidamento dei mercati attivi, puntiamo sicuramente su Europa, resto del Maghreb, Sud-Est asiatico e su alcuni Paesi dell’America Latina.

Riguardo ai prodotti, i biostimolanti, in particolare quelli di origine vegetale, presentano il potenziale di crescita maggiore. La sfida sarà proporre formulazioni da fonti e materie prime il più possibile differenti e aggiornarsi continuamente sui cambiamenti normativi che ne regolano la produzione e la commercializzazione.